Wolf Citizen, cittadinanza attiva alla scoperta del Lupo

La presenza del Lupo sui Monti Aurunci, un tema che è tornato di grande attualità recentemente.  Da un lato grazie all’impegno ed alla passione di naturalisti e cittadini, dall’altro dalle aziende zootecniche locali per le problematiche relative alla convivenza tra la fauna selvatica e quella domestica.

In questa direzione risulta assolutamente importante sostenere le iniziative di diffusione della conoscenza delle esigenze ecologiche di questa specie tra i cittadini che vivono nel comprensorio del Parco.

Per questo l’Ente Parco sostiene i progetti come Wolf Citizen, che si terrà il 30 giugno a Maranola, a partire dalle ore 15.30, che rappresenta un punto avanzato e innovativo per diminuire il divario tra l’esigenza di tutelare una specie già protetta da politiche nazionali e comunitarie, e i cittadini e gli operatori locali, con l’obiettivo di favorire la coesistenza fra il lupo e le diverse situazioni di ordine economico e sociale presenti nei 20.000 Ha del Parco.

Riaperto il sentiero storico del Monte Redentore

A due mesi dall’ordinanza di chiusura, da ieri il sentiero storico che collega il Rifugio Pornito e l’Eremo di San Michele sul Monte Redentore nel comune di Formia è tornato ad essere fruibile.

L’ordinanza di chiusura emessa dal comune il 30 marzo è stata revocata dopo l’intervento delle squadre di manutentori del Parco dei Monti Aurunci che hanno ripristinato le condizioni di sicurezza.

Il tracciato frequentato da migliaia di trekker, camminatori, appassionati e semplici passeggiatori che ogni anno ospita la tradizionale processione in onore di San Michele Arcangelo è tornato fruibile in seguito ad un impegnativo intervento che ha consentito la rimozione delle pietre che ostruivano il sentiero e il ripristino della staccionata di protezione.

Un intervento quest’anno ancor più necessario ed impegnativo alla luce delle abbondanti precipitazioni invernali che ne hanno compromesso la fruibilità.

 

Dragonfly Days, giornata dedicata al mondo delle libellule

Domenica 17 giugno dalle ore 10:00 alle ore 13:30, presso il Monumento Naturale Mola della Corte Settecannelle nel comune di Fondi, si terrà un evento dedicato all’introduzione al mondo degli Odonati con un’escursione all’interno del Monumento, finalizzata all’osservazione delle libellule nei loro habitat naturali.

Dragonfly Days è un’iniziativa divulgativa di livello nazionale istituita nel 2015 dal Centro Studi invertebrati della Società Italiana Scienze naturali per lo studio e la conservazione delle libellule, volta alla sensibilizzazione e all’educazione della popolazione sulle tematiche della conservazione delle libellule e dei loro habitat.

Info: Dott. Maria Rosaria Perna – Parco Aurunci

tel. 0771.598114/30

Al via il Progetto dell’Ortoterapia nel centro di Monticelli

E’ partito il Progetto “Ortoterpia, coltivare la vita per coltivare se stessi” presso la tenuta del Parco dei Monti Aurunci a Monticelli di Esperia. Il progetto si basa sul coinvolgimento degli ospiti di tre cliniche psichiatriche di riabilitazione, le comunità terapeutiche “le palme e gli oleandri” di Sant’Elia Fiumerapido, la comunità “Insieme” di Ausonia e la comunità “San Tommaso” di Roccasecca.

I soggetti impegnati nel progetto saranno assistiti da personale del Parco che curerà la didattica e le esercitazioni nell’orto che prevedono attività di semina e di raccolta dei frutti e dei fiori, e saranno seguiti dal personale del Consorzio dei Servizi Sociali dei cassinate con il quale è stato siglato un protocollo d’intesa.

Il progetto avrà la durata complessiva di sei mesi.

Weekend sotto il Cielo del Parco

La Settimana dei Parchi, durante il weekend del 18-20 maggio, è stata dedicata nelle Aree Protette Laziali a “Il Cielo del Lazio”. Il Parco dei Monti Aurunci si è affidato alla collaborazione di operatori qualificati con la doppia iniziativa “Chi si muove nel buio… e chi si orienta con le stelle”, in due diverse località.

La sera del 18, infatti, in località Pornito, con lo sguardo a spaziare libero sullo stupendo scenario notturno del Golfo di Gaeta, le due Guide Ambientali ed Escursionistiche Valeria De Meo e Daniele Ruggieri hanno accompagnato i partecipanti dapprima in un percorso sensoriale nel buio e nel silenzio della notte, utilizzando i classici strumenti dell’interpretazione ambientale, e invitando quindi i presenti a riappropriarsi di se stessi e della natura di cui fanno parte; numerosi sono stati i riferimenti agli animali presenti nel Parco e soprattutto a quelli notturni. Successivamente, vi è stata un’introduzione all’astronomia e all’interpretazione del cielo stellato, con particolari riferimenti alla mitologia che ha sempre accompagnato l’uomo fin dai tempi antichi.

La sera del 19 è stata la volta della Guida Ambientale ed Escursionistica Giancarlo Pagliaroli che, stavolta partendo dal valico delle Crocette, a cavallo tra i territori di Fondi, Lenola e Campodimele, ha accompagnato i presenti lungo il sentiero 913b, sulle pendici del Monte Valletonda: una breve e semplice escursione lungo una sterrata che quella sera ha alternato tratti stellati ad altri nel buio del bosco. Le pause per compattare il gruppo erano l’occasione per parlare di lucciole o di rapaci notturni, oppure per svolgere attività partecipate di interpretazione ambientale per verificare il diverso funzionamento dei nostri sensi nell’oscurità. L’escursione ha subito un simpatico fuori-programma, dovuto alla presenza di una mamma-mucca che non aveva alcuna intenzione di lasciar passare oltre il gruppo, per proteggere il proprio vitellino. Così, si è approfittato dell’interruzione per ammirare il Grande e il Piccolo Carro, Arcturus e la Stella Polare.

Il Parco ha molto da offrire anche di notte, e questo duplice evento ha permesso anche il coinvolgimento di ragazzi e bambini, tra i principali e più entusiasti fruitori di questa bellissima esperienza.

In Cammino nei Parchi – 13 maggio 2018 a Monte Faggeto

Un vero e proprio abbraccio al Parco: così si potrebbe definire la giornata “In Cammino nei Parchi” che la Commissione Regionale Tutela Ambiente Montano del CAI del Lazio ha organizzato scegliendo la nostra Area Protetta, per la precisione Monte Faggeto, riuscendo a coinvolgere decine e decine di iscritti ed escursionisti dall’intera regione. A Campodimele sono così confluite le sezioni (o sottosezioni) del CAI di Poggio Mirteto, Cassino, Aprilia, Monterotondo, Viterbo, Rieti, Roma, Colleferro, Leonessa, Frosinone, Antrodoco, Latina, per un totale di ben oltre 100 partecipanti, tutti desiderosi di camminare in libertà, alla scoperta dei paesaggi e delle bellezze del Parco Naturale dei Monti Aurunci, lungo il sentiero n. 905 che porta dal piccolo centro, sede tra l’altro dell’Ente gestore dell’Area Protetta, alla vetta del Faggeto.

Abbiamo accolto gli escursionisti, introducendoli alla magia di una catena montuosa la cui ossatura è costituita da conchiglie preistoriche di un mare tropicale e da rocce modellate dall’alchimia degli elementi: il calcare, la pioggia, il carsismo, le foreste e le garighe, con un accenno a vecchi miti e credenze che tutt’oggi popolano i racconti delle comunità del Parco.

La collaborazione tra gli accompagnatori del CAI e il Parco ha reso possibile lo svolgimento ordinato e appassionato dell’escursione, a testimonianza della riedizione di una sinergia che si potrà senz’altro riproporre in futuro. Il lungo corteo si è disteso attraverso il canalone boscoso di Valle del Tasso, dove il microclima freddo e umido della gola consente al faggio di avere, dopo varie isoipse, la meglio sul bosco misto di carpini e aceri. Si è quindi sbucati alla sella, ariosa e luminosa, che si apre sul cassinate e che accoglie la sterrata proveniente da Campodimele per il rifugio del Faggeto. Da qui gran parte del gruppo ha intrapreso l’erta finale per la vetta, mentre una parte ha preferito godersi il pallido sole di questa primavera incerta presso l’area attrezzata del rifugio.

Per chi è salito, c’è stato senz’altro un pizzico di delusione a causa della nebbia che avvolgeva la cima: tuttavia, la soddisfazione è stata grande, soprattutto per chi non conosceva ancora il fascino di questa catena montuosa, per certi versi accresciuto dall’aura di mistero conferita proprio dalla nebbia. Tra le rocce, il prato regala in questo periodo varie fioriture, tra cui spiccano in particolare le orchidee spontanee.

Scendendo, chi ha optato per la sterrata, preferendo variare rispetto al tragitto di andata, si è potuto parzialmente rifare del mancato panorama: squarci tra le nubi hanno regalato colpi d’occhio estremamente suggestivi verso il Circeo e il Lago di Fondi, oltre che sul polje di Campodimele e il Santuario della Civita.

I Monti Aurunci in copertina sulla rivista tedesca “Stern”

Lo scorcio panoramico dei Monti Aurunci campeggia sulla copertina del settimanale tedesco Stern. Un foto scattata sul “Belvedere” lungo la strada che sale verso il Monte Faggeto, Il servizio racconta del viaggio da Amburgo a Roma del reporter tedesco Ulrich Hauser, e del rapporto tra l’uomo e la natura. L’appendice aurunca del viaggio è stata resa possibile grazie a Karl Mancini, fotogiornalista italo-argentino alla ricerca di una location tra mare e monti ha scelto di fotografare l’escursionista tra i pendii e le creste degli Aurunci, sul Faggeto a Campodimele, in località Valliera e Fraile a Formia. Un riconoscimento importante per il Parco dei Monti Aurunci che lo stesso Mancini ha evidenziato in un post su Instagram.

Bosco Urbano Didattico, al via il progetto di Legambiente sud pontino in collaborazione con il Parco

La Provinciale di Latina si fa promotrice con Legambiente di un progetto che ha come obiettivo la ecosostenibilità e l’educazione ambientale negli Istituti Superiori. Infatti questa mattina presso la sede di Via Costa, alla presenza del Presidente Giovanni Bernasconi, è stato ufficializzato il progetto di Bosco Urbano Didattico, il primo in Provincia di Latina, anche uno dei primi tra quelli che stanno fiorendo sempre più frequentemente nella regione Lazio e ideato e promosso dal Circolo Verde Azzurro Sud Pontino.
Tale iniziativa è in fase di realizzazione, in via sperimentale, presso il Liceo Scientifico Leon Battista Alberti a Minturno uno dei tanti istituti scolastici di formazione superiore gestiti dall’Ente Provinciale. Infatti, come altri istituti progettati e realizzati con la stessa per allora avveniristica concezione intorno agli Anni ‘80, è dotato di una considerevole estensione di terreno di quasi due ettari, fino ad ora quasi del tutto inutilizzati, che saranno destinati a tale funzione. Ci sono anche le premesse che questo possa essere, come si auspica, il primo di altri progetti in grado di attrarre l’attenzione anche di altre associazioni.
Il progetto è dell’architetto paesaggista Giovanni Calenzo e dell’agronomo Lorenzo Fusco del Comitato Tecnico Scientifico di Legambiente. L’iniziativa, come è stato illustrato, comporta costi zero per gli enti pubblici e il progetto sarà completato interamente grazie ai volontari di Legambiente e con il contributo di sponsor che già da ora hanno offerto un sistema di irrigazione completamente automatico e i lavori necessari di movimento terra.
Il Parco Regionale dei Monti Aurunci ha contribuito mettendo a disposizione varietà arboree tipiche della macchia mediterranea. Verranno piantati inizialmente più di cento tra aceri, viburni, rose canine, querce da sughero, corbezzoli e tante altre varietà. Il Parco Regionale della Riviera di Ulisse ha contribuito mettendo a disposizione, per alcune giornate, gli operai e i tecnici dell’Ente di salvaguardia della natura.
A illustrare nei particolari l’iniziativa, infatti, questa mattina erano presenti: il Presidente della Provincia di Latina Giovanni Bernasconi che ha appoggiato sin dall’inizio il progetto, il Presidente di Legambiente Circolo Verde Azzurro Sud Pontino Eduardo Zonfrillo, il Dirigente Scolastico dell’Istituto L.B. Alberti Amato Polidoro, il Presidente del Parco Regionale Riviera di Ulisse Davide Marchese e il Direttore del Parco Regionale dei Monti Aurunci Giorgio De Marchis in rappresentanza, anche, del Presidente Michele Moschetta.
Il Presidente Giovanni Bernasconi in conclusione ha dichiarato: “Sono veramente soddisfatto che lo sforzo congiunto della Provincia di Latina, di associazioni come Legambiente, i Parchi Regionali, gli istituto scolastici, studenti e genitori, abbiano permesso di avviare un progetto di promozione ambientale rivolto all’intera comunità. Spero che tutto ciò possa costituire un primo esempio, a cui seguiranno altri.”

L’importanza di continuare a preoccuparci della Terra

di Giorgio De Marchis*
Il primo Earth Day si è tenuto nel 1970, sono passati quasi 50 anni ma le cose non sono andate sempre come quei manifestanti speravano.

L’80% dell’energia usata nel pianeta continua ad essere prodotta usando combustibili fossili, una percentuale che non si discosta molto dai livelli raggiunti negli anni del primo Earth Day. Il livello di Diossina presente nell’atmosfera è il più alto negli ultimi 800.000 anni. La temperatura degli oceani continua a salire mentre i coralli stanno scomparendo e i disastri naturali flagellano vaste aree del pianeta.

Basta leggere alcuni dati del mondo dell’economia e della finanza per verificare che ancora oggi le compagnie più ricche nel mondo continuano ad essere quelle impegnate nell’estrazione di petrolio e di gas, mentre gli scienziati continuano a lanciare appelli sulla drammaticità dei cambiamenti climatici e sulla necessità di interventi immediati non rinviabili.

Tuttavia, anche in presenza di dati a volte scoraggianti, bisogna prendere atto che l’approccio culturale del movimento ambientalista ha superato la cortina degli ambienti sensibili ed è diventato patrimonio comune. Un risultato non scontato fino a qualche anno fa. Le tematiche della protezione ambientale hanno varcato i confini delle manifestazioni trovando spazio nelle imprese e nelle istituzioni che senza indugiare ulteriormente hanno intrapreso la sfida della tutela e salvaguardia dell’ambiete terrestre.

Negli ultimi anni in contesti economici un tempo impermeabili stanno avvenendo cose straordinarie. Multinazionali petrolifere costrette a rendere pubblici e trasparenti gli investimenti così da consentire la valutazione dell’impatto ambientale, oppure amministrazioni delle città e contee americane che decidono di caricarsi sulle spalle la responsabilità degli accordi di Parigi sul clima dopo la retromarcia di Trump.

Tanti anni di battaglie da quel giorno del 1970 hanno cambiato l’approccio delle istituzioni con l’ambiente ed è possibile registrare un notevole aumento degli investimenti pubblici nelle energie rinnovabili, un impegno importante che vede i paesi poveri in prima linea, capaci di investire nelle rinnovabili più dei paesi ricchi.

In molti stati è più conveniente investire nelle energie rinnovabili anziché nella realizzazione di centrali elettriche alimentate da carburante fossile. Un cambio di passo che inizia a dare risultati evidenti. 55 ore di energia consumate nell’ultima settimana nel Regno Unito sono state alimentate senza ricorrere al carbone, un fatto che non si era mai verificato dalla Rivoluzione Industriale. Il Portogallo nel mese di marzo ha prodotto più energia rinnovabile di quanta ne avesse consumata.

Sebbene la produzione di Tesla vada a singhiozzo, la domanda di auto elettriche è in costante crescita. Tecnologie considerate fallimentari fino a qualche anno fa, come la Carbon Capture, tornano attuali.

L’aria che respiriamo è più pulita di quella che i nostri genitori e i nostri nonni respiravano negli anni ’60, l’acqua è meno inquinata di allora, la transizione verso un mondo senza carbone è irreversibile, il problema diventa l’accelerazione di questi processi.

Anche per questo, per tutto ciò che è, per quello che è cambiato e per quello che dovrà succedere, che va ricordata l’importanza dell’impegno di quei manifestanti che iniziarono il lungo cammino nel primo Earth Day del 1970.

(*) Direttore del Parco Naturale dei Monti Aurunci